Non sono bastate le sollecitazioni, i caveat e le continue esortazioni alla prudenza per stimolare nell’Esecutivo una dimostrazione di concreto interesse verso i problemi del mondo dei trasporti e della logistica. E così, oggi, siamo entrati in una fase estremamente delicata, i cui esiti sono difficili tanto da prevedere quanto da controllare.
Saranno forse state le notizie giunte da oltreoceano, dove gli autotrasportatori stanno manifestando più per motivi legati alle limitazioni delle libertà introdotte per contrastare la diffusione del virus che per ragioni attinenti ai problemi del comparto. O forse saranno le notizie che provengono da Paesi più prossimi al nostro come Francia e Spagna, i cui governi sono riusciti a concertare con le parti sociali delle soluzioni per andare incontro alle esigenze del trasporto. Sta di fatto che, anche in Italia, cominciamo a registrare le prime avvisaglie di iniziative spontanee, scaturite dal malcontento della categoria. Purtroppo, le nostre segnalazioni e richieste di intervento sono state inascoltate e ora sussiste il rischio concreto che si diffondano proteste incontrollate in cui trovino spazio istanze diverse da quelle che direttamente interessano l’autotrasporto. Non vorremmo mai che la forza dirompente, ma soprattutto le giuste ragioni, che la categoria accampa vengano sfruttate indebitamente per dare visibilità alle posizioni dei no-vax [...]