La situazione politica che si è venuta determinando negli ultimi giorni non può non lasciare perplessi. Ormai il dado è tratto e con lo scioglimento delle Camere e la fissazione della data delle prossime elezioni siamo entrati in una fase che rischia di mettere il Paese e tutte le sue attività in grave difficoltà.
Per comprendere la dinamica dell’accaduto, credo sia dirimente rispondere ad una domanda in particolare: perché, una volta ottenuta la fiducia al Senato con 172 voti, il premier in carica, anziché procedere alla sostituzione dei componenti dell’Esecutivo (ministri e sottosegretari) che non l’avevano votata, abbia invece scelto di rimetterla nuovamente al giudizio delle Camere?