Fai Emilia al Forum Internazionale Conftrasporto a Roma

Eventi 27/10/2022
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Complesso percorso per la transizione energetica...scelte, vantaggi, criticità, investimenti, studi... analisi al FORUM INTERNAZIONALE CONFTRASPORTO dove era presente anche una rappresentanza di FAI Emilia guidata dal Presidente Leonardo Lanzi. 

A Roma il settimo Forum Internazionale di Conftrasporto. Presentati i dati dell’Ufficio Studi di Confcommercio e uno studio realizzato da Ispi. Sangalli: "Trasporti e logistica pilastri fondamentali dell'economia".

Si è aperta a Roma, nella sede nazionale di Confcommercio di piazza Belli, la settima edizione del Forum Internazionale di Conftrasporto. Tra i temi portanti di quest'anno quelli legati all'energia, alla transizione ecologica, alla trasformazione delle catene logistiche e all'intermodalità, fra Covid, guerra e crisi energetica. Conftrasporto ha elaborato un documento con le richieste e le proposte per il settore della logistica e dei trasporti (leggi documento in pdf). L'inizio dei lavori è stato preceduto dalla conferenza stampa del Vice Presidente di Confcommercio, Fabrizio Palenzona, e del Presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè.

I nuovi "scenari" per i trasporti e la logistica

Nel corso della conferenza stampa di apertura del Forum di Conftrasporto, sono stati presentati una ricerca condotta dall'Ispie un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio su economia e trasporti (guarda il link in pdf"stretti" tra pandemia, guerra e crisi energetica. 

Catene logistiche sotto stress

I dati confermano l’apertura di nuovi scenari. Si tracciano nuove rotte, si accorciano le filiere, mentre le catene logistiche sono ancora sotto pressione. Alle conseguenze della pandemia si aggiungono quelle della crisi energetica e delle politiche monetarie restrittive. Oltre all’inflazione e all’aumento dei costi di alcune materie prime, quali i carburanti fossili, c’è la rivalutazione del dollaro statunitense (l’Euro ha perso quasi il 15% del proprio valore tra gennaio e settembre 2022). Sulle catene logistiche grava anche l’effetto combinato della guerra in Ucraina e dei nuovi lockdown in Cina, con nuovi blocchi nei porti e ritardi nella consegna di merci.

Aumento dei costi e inflazione pesano sul Pnrr 

Inflazione e aumento dei costi rischiano di ripercuotersi anche sui progetti infrastrutturali del nostro Paese contenuti nel Pnrr. Sebbene lo scorso 27 settembre la Commissione Europea abbia sbloccato la seconda tranche di risorse per l’Italia, pari a 21 miliardi di euro, emergono infatti preoccupazioni sull’avanzamento della spesa delle risorse del Piano. La nota di aggiornamento del Def (consulta il documento originale in pdfha infatti stimato che entro quest’anno saranno spesi solo circa 20 miliardi delle risorse del Pnrr, contro una previsione iniziale di 33,7 miliardi. Tra i motivi c’è l’impennata dei costi delle opere pubbliche. È evidente che, per rispettare il cronoprogramma del Piano, la spesa delle risorse nei prossimi anni dovrà essere ulteriormente accelerata, per recuperare i circa 14 miliardi di euro di mancata spesa accumulati a fine anno. C’è da considerare, infine, che, con l’avanzare del programma, per accedere alle tranche di finanziamento avranno un peso crescente le concrete realizzazioni.

Ambiente e guerra "rimodellano" le grandi infrastrutture europee 

Oltre all’impennata del costo dell’energia e dei materiali, la guerra in Ucraina ha prodotto anche cambi di direzione nelle grandi infrastrutture europee, spingendo la Commissione Ue a modificare la sua proposta di regolamento per le reti transeuropee del trasporto (le cosiddette reti Ten-T) per estendere quattro corridoi di trasporto europei al territorio dell'Ucraina e della Moldova, escludendo invece dalle mappe del progetto Russia e Bielorussia. Ma già nel 2021 prima del conflitto, e per ragioni decisamente diverse (transizione green e digital), l’Ue aveva deciso di rivedere il regolamento delle reti Ten-T per consentire all’infrastruttura, rimodellata, di accogliere il passaggio di modalità di trasporto sostenibili in vista del traguardo del 2050 (-90% di emissioni di gas serra nei trasporti).

Nel 2023 in Italia frenano i trasporti

Come evidenziato dall’Ufficio Studi Confcommercio, il settore dei trasporti e della logistica ha dimostrato il suo ruolo centrale nell’economia del Paese, ha permesso all’Italia di funzionare anche nei momenti peggiori. La ripresa del traffico merci in questo settore è avvenuta già dalla fine del 2020 e, rimossi i vincoli, anche quello dei passeggeri è tornato ai livelli pre-crisi. Per il 2023 l’Ufficio Studi Confcommercio considera due scenari: uno di base e l’altro peggiore, di recessione più forte.

 

Fonte: elaborazioni e stime Ufficio Studi Confcommercio

Lo scenario base presenta una moderata riduzione del volume di merci e un calo ‘fisiologico’ per il traffico passeggeri. Nello scenario peggiore, invece, la situazione si fa piuttosto critica, con un ritorno alle difficoltà nel traffico passeggeri e, pur in misura ridotta, anche sulle merci. Il che provocherebbe un forte stress sui conti delle imprese di trasporto, che rientrerebbero di forza tra i settori più a rischio, strette tra fatturati in riduzione e costi, specialmente energetici, in crescita.

Di qui la richiesta da parte di Conftrasporto di nuovi stanziamenti da affiancare all’immediato utilizzo degli ulteriori 85 milioni previsti nel 2022 in favore dell’autotrasporto merci e al reimpiego dei residui delle risorse stanziate contro il caro GNL (gas naturale liquefatto) in misure di effettivo supporto e tiraggio per il settore.

Uggè: "Logistica in primo piano per spingere la competitività del Paese" 

Il presidente di Conftrasporto Paolo Uggè, nel suo intervento ha voluto ricordare l'importanza della logistica "che deve essere messa in primo piano perché il Paese perde competitività". "Servono infrastrutture - ha ricordato Uggè - ma siamo ancora bloccati su tutta una serie di cose come la Tav, il corridoio del Brennero, la Gronda di Genova, il Ponte sullo Stretto grazie al quale la Sicilia sarebbe diventata la piattaforma logistica più grande del Meditteraneo". "Se non funziona la logistica - ha voluto ancora sottolineare Uggè concludendo il suo intervento - le merci prodotte non si muovono".

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